Il programma biennale di borse di studio dell’amministrazione Biden per l’inserimento di tecnologi nel governo federale degli Stati Uniti è partito nel giugno del 2022. Per Caitlin Gandhi, cofondatrice dell’U.S. Digital Corps dell’Amministrazione generale dei servizi degli Stati Uniti, si è trattato del primo passo di una missione volta a cambiare il modo in cui il governo affronta le assunzioni, affrontando due problemi: l’insufficienza di talenti tecnologici a inizio carriera nel governo e la mancanza di diversità nella forza lavoro tecnologica in generale.
“C’è un vuoto immediato e critico a livello di talenti tecnologici a inizio carriera, e le agenzie hanno avuto un successo limitato nel colmarlo. Abbiamo numerosi posti vacanti a quel livello”, spiega l’esperta. Il problema aumenterà nei prossimi anni a causa dell’invecchiamento della forza lavoro. “Prevediamo un’ampia ondata di pensionamenti, perché nel governo federale ci sono molti tecnologi che diventeranno idonei nei prossimi anni. Senza un piano di successione, la sfida che stiamo affrontando non potrà che diventare più difficile, man mano che perderemo le conoscenze accumulate”.
Il programma ha selezionato i suoi primi 30 borsisti, suddivisi in cinque aree principali: ingegneria del software, cybersecurity, product management, design, e data science/analytics. I progetti si sono concentrati su ripresa economica, equità, sanità, immigrazione e customer experience. I borsisti hanno lavorato su iniziative innovative per migliorare i servizi pubblici tramite la tecnologia.
Il processo di selezione – 30 scelti tra circa 1.000 candidati – è stato esso stesso un esperimento, pensato per superare i limiti del reclutamento tradizionale. Gandhi, ex responsabile risorse umane per Teach for America, afferma:
“C’è un’enorme opportunità per migliorare l’esperienza del reclutamento nel settore pubblico.”
Un principio chiave è stato rendere il processo più chiaro e accessibile, spiegando ogni fase con trasparenza. “Abbiamo creato una pagina dedicata che descrive in dettaglio il processo di candidatura e tutte le informazioni necessarie per aumentare le possibilità di successo.”
Il secondo principio è inclusività e meritocrazia, cercando di ridurre i pregiudizi che portano ad assunzioni non rappresentative. “Il nostro settore tech governativo non riflette ancora la reale diversità e varietà di esperienze degli Stati Uniti,” dice Gandhi.
Il team ha puntato su una valutazione basata sulle competenze, non solo sul CV. La selezione include un progetto da svolgere a casa e un’intervista audio (non video), valutati da esperti del settore. “Abbiamo ricevuto riscontri molto positivi: i candidati si sono sentiti valutati per ciò che sanno fare, non solo per quello che c’è scritto sul loro curriculum,” spiega Gandhi. “È fondamentale offrire strumenti equi, imparziali e accessibili per dimostrare il proprio valore.”
Lo U.S. Digital Corps ha anche promosso il programma attivamente presso reti e gruppi di comunità sottorappresentate, come la Grace Hopper Celebration (dedicata alle donne nella tecnologia), affrontando un problema spesso trascurato: la scarsa conoscenza delle opportunità disponibili.
Anche lo stipendio è stato pensato in chiave di equità. I ruoli sottopagati tendono a escludere chi non ha un sostegno finanziario esterno, attirando candidati privilegiati. Il governo non può competere con il settore privato, ma non deve farlo. Gandhi parla di uno stipendio “minimamente competitivo” che riconosca le motivazioni non economiche legate al servizio pubblico, senza escludere chi non può permettersi stipendi troppo bassi. I borsisti di Digital Corps a Washington, D.C. hanno guadagnato circa 80.000 dollari l’anno.
“Molti parlano solo dello stipendio, ma chi vuole fare questo lavoro lo fa per la missione, non per il denaro,” dice Gandhi. “Ma se vogliamo davvero attrarre talenti diversi e rappresentativi, dobbiamo garantire che tutti possano permettersi questa opportunità. Se non hai un background che ti consente di accettare uno stipendio inferiore rispetto all’industria privata, non puoi nemmeno prendere in considerazione la nostra proposta.”
Secondo Gandhi, se i governi vogliono attrarre talenti tech, devono farlo con fiducia, non sentendosi inferiori a Silicon Valley. Gli ultimi due anni lo dimostrano:
“Quando il governo funziona bene e la tecnologia è al servizio delle persone che ne hanno più bisogno, il risultato è straordinario.”