Swaniti aiuta i parlamentari indiani a servire meglio i propri elettori

In India, un membro del Parlamento (MP) rappresenta in media 2,5 milioni di cittadini. È il più alto rapporto di rappresentanza politica al mondo — oltre tre volte quello della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Ma questo influisce sul funzionamento dei governi locali? Di quale tipo di supporto dispongono (o avrebbero bisogno) i parlamentari e gli altri rappresentanti eletti per valutare e soddisfare adeguatamente le esigenze dei loro elettori?

Sono alcune delle domande a cui Rwitwika Bhattacharya ha cercato di rispondere fondando la Swaniti Initiative. Swaniti è un’impresa sociale con un approccio consulenziale che collabora in vari modi con rappresentanti eletti per rafforzare i meccanismi di erogazione dei servizi pubblici a livello locale.

Da bambina, Bhattacharya ha passato diverse estati accompagnando il padre, politico, agli incontri con funzionari pubblici, ottenendo una visione dall’interno del funzionamento del governo indiano. Dopo aver completato gran parte degli studi negli Stati Uniti, si è laureata in politiche pubbliche alla John F. Kennedy School of Government di Harvard e ha lavorato alla Banca Mondiale su temi legati al mercato del lavoro. Ma poco dopo ha deciso di tornare alle radici, ispirata dalle esperienze vissute durante l’infanzia.

“La struttura governativa è enorme e ha moltissime risorse, ma ci sono lacune fondamentali che gli attori civici possono colmare.”

“Una delle cose che sentivo spesso dai politici era che non avevano il supporto necessario,” racconta. Allo stesso tempo, si rendeva conto che molti giovani come lei volevano contribuire al governo del Paese, ma avevano poche strade per farlo.

Così, nel 2009, a soli 22 anni, Bhattacharya ha fondato Swaniti, patrtendo con alcuni piccoli progetti. All’inizio ha collaborato con un parlamentare per installare laboratori informatici nelle scuole pubbliche della sua circoscrizione — un progetto così utile e promettente che ha aperto la strada ad altre iniziative.

Negli anni, i parlamentari si sono rivolti a Swaniti per l’analisi di rapporti governativi e dati, per monitorare lo sviluppo locale e l’utilizzo dei fondi pubblici, e per ricevere supporto tecnico generale nel servire le loro comunità.

“Ci siamo resi conto che non solo c’era un bisogno concreto, ma che qualcosa nel sistema pubblico non funzionava. Così gli attori governativi cercavano supporto da partner esterni. Questo è, in sostanza, il modello di Swaniti.”

Per colmare alcune di queste lacune, nel 2015 Swaniti ha avviato il suo programma di punta: il SPARC (Supporting Parliamentarians on Analysis and Research in the Constituency, Supporto ai parlamentari per l’analisi e la ricerca nel collegio elettorale). Come suggerisce il nome, si trattava di selezionare con un processo rigoroso dei giovani associati da assegnare ai parlamentari per un anno, con il compito di svolgere ricerche sul campo, mobilitare fondi e seguire l’implementazione di progetti di sviluppo.

“A livello distrettuale o locale, non c’era nessuno in grado di progettare e realizzare programmi in modo efficace. Nessuno che pensasse fuori dagli schemi e si chiedesse: ‘Cosa posso fare per avere un impatto concreto?’” dice Bhattacharya. Il programma SPARC ha cambiato le cose.

I borsisti SPARC hanno lavorato in almeno 35 circoscrizioni in 15 stati dell’India. I loro progetti, prevalentemente in aree rurali, hanno incluso il miglioramento delle infrastrutture scolastiche, l’introduzione di unità mediche mobili, l’attuazione di programmi di formazione professionale, e l’installazione di sistemi per l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici.

“Dobbiamo istituzionalizzare le competenze dei giovani che entrano a lavorare in questi ambiti, perché stiamo costruendo programmi che impattano prima di tutto su di loro.”

Secondo Bhattacharya, il rafforzamento di questi interventi ha portato in media benefici concreti ad almeno 12.000 persone per ogni circoscrizione. “Un numero comunque minuscolo rispetto alla popolazione, ma che dimostra cosa sia possibile fare. E se fossimo in grado di fornire queste informazioni anche ad altri parlamentari?”

Quando nel 2021 è scaduto il contratto di Swaniti con i suoi partner, Bhattacharya ha colto l’occasione per riprogettare il programma SPARC e renderlo ancora più efficace. Nel frattempo, sta applicando le lezioni apprese ad altri settori con nuove fellowship.

Potenziale e sfide

Nei primi anni di attività, Swaniti riceveva in media 300 candidature per ogni posto disponibile. L’interesse era enorme.

“Nel sistema politico e burocratico, gran parte delle decisioni è ancora in mano a persone non giovani. I decisori non sono rappresentativi dei giovani,” afferma.

L’India è uno dei Paesi più giovani al mondo: il 22% della popolazione ha tra i 18 e i 29 anni. Un’enorme risorsa potenziale, spiega Bhattacharya, ma che ha accesso molto limitato ai processi decisionali.

“Per portare il cambiamento esponenziale che tanti giovani vogliono quando entrano nel settore pubblico, servono comprensione, disponibilità e collaborazione da parte del governo. E ci vuole tempo per costruire quella fiducia.”

Il problema principale, però, è muoversi dentro un’amministrazione opaca e non sempre ben coordinata.

“È una macchina molto grande che non comunica internamente,” dice. Ad esempio, i dipartimenti di foreste e agricoltura potrebbero entrambi lavorare su progetti di sviluppo rigenerativo, senza sapere nulla l’uno dell’altro. Il primo passo è farli parlare tra loro e allineare gli obiettivi — un compito enorme.

Attualmente, Bhattacharya è concentrata su una nuova fellowship Swaniti incentrata su iniziative climatiche in India. Nei suoi incontri con funzionari pubblici ha riscontrato interesse per la creazione di consigli ambientali, progetti di ripristino ecologico e alternative all’economia basata sul carbone. C’è anche apertura verso un nuovo programma Clean Air per affrontare il problema della qualità dell’aria, con giovani professionisti già coinvolti. Questa nuova fase ha rinnovato la sua fiducia nel valore del lavoro svolto.

“Mi rendo conto che il cambiamento esponenziale che molti di noi sognano è davvero possibile.”

Bhattacharya vuole rispondere in modo più sistematico a tutte le richieste di supporto che Swaniti riceve dai governi locali. In alcune circoscrizioni, il lavoro costante ha contribuito a sviluppare una cultura di pianificazione dal basso, con amministrazioni locali che ora raccolgono regolarmente feedback dalla comunità per verificare l’efficacia dei programmi pubblici.

“Il punto è: se domani Swaniti non ci fosse più, come farebbe il governo a creare un’istituzione per continuare ad assumere professionisti competenti, dotati delle giuste competenze di ricerca e tecnologia?” dice.
“Quel che vogliamo fare adesso è soprattutto costruire i sistemi che lo permettano.”

Lascia una risposta

Your email address will not be published. Required fields are marked *