La dottoressa T, come viene affettuosamente chiamata Tlaleng Mofokeng, sembra perfettamente a suo agio in qualsiasi contesto: che si trovi in una piccola clinica con lavoratrici del sesso o all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con capi di Stato.
Ha iniziato la sua carriera come medico nella zona rurale del Capo Orientale, in Sudafrica, specializzandosi in salute sessuale e riproduttiva, cura dell’HIV e servizi pensati per i giovani. La sua spinta verso l’attivismo nasce dall’esperienza vissuta crescendo nell’apartheid e dal contatto diretto con i suoi giovani pazienti.
Oggi unisce l’esperienza clinica con il lavoro politico:
«Il mio ruolo è aiutare le Nazioni Unite con ciò che so come medico, aiutandoli a capire com’è davvero la situazione sul campo. Una delle cose che mi frustra di più, soprattutto nel settore della salute globale, è l’assenza di infermieri e medici ai tavoli decisionali delle grandi istituzioni internazionali.»
La dottoressa T si impegna a trattare ogni persona nella sua totalità, con dignità. Per lei, questo lavoro è profondamente personale:
«Mi vedo come la prima beneficiaria del mio attivismo. Non è solo qualcosa di teorico.»
Proprio per questo, non ha paura di lasciare ambienti che non rispettano i suoi valori o non rispondono ai suoi bisogni. Dopo aver lasciato una posizione prestigiosa, racconta:
«Ho ricevuto solo sostegno. C’è anche quella fiducia: sanno che ho sempre chiaro per cosa sto lottando. E quindi la lotta non si perde, perché sarò utile in un altro spazio. Sono felice di non sapere nemmeno da dove trovo il coraggio di cambiare così radicalmente la mia vita.»
Condivide anche consigli preziosi, frutto della sua esperienza:
«Direi: trova una cosa che ti muove dentro e diventa bravo in quella. E chiarisciti bene il perché. Se la tua risposta è “salvare qualcun altro”, probabilmente stai sbagliando approccio. Nessuno ha bisogno di essere salvato. Abbiamo tutti bisogno di essere attivi nell’abbattere i sistemi che esistono e che opprimono. Le persone hanno dentro di sé il desiderio di sopravvivere — e di prosperare.»